SWITCH ON
MA COSA DIAVOLO È QUESTA COSA?!
Inauguro la sezione viaggi di questo blog con la puntata
zero di ARGENTINA CALLING, ovvero il resoconto (spero settimanale) del mio
viaggio in Argentina a partire dal 21 luglio. Stappiamo lo Champagne e andiamo
alla prossima domanda.
MA CHE CI VAI A FARE?!
Interpolazione nel sistema culturale Sud-Americano
postcoloniale con scopi conoscitivi-etnoculturali al fine di una maggiore maturazione
socio-spirituale e di una maggiore comprensione dell’io antropologico
universale.
Bla bla bla… Un premio a chi ha letto tutte ‘ste cavolate
che non so neanche se hanno un senso logico, scrivetemi una mail che vi
spedisco una bibliografia di Fabio Volo in premio.
Stufati di verdura a parte andrò li per circa 5 mesi con una
associazione che si chiama Wep che, per intenderci fa un lavoro simile a quello
di Intercultura. Sarò perciò ospitato da una famiglia locale (frequenterò la scuola
e vivrò li da vero argentino) nella speranza che non mi rimandino indietro… Ma
le probabilità che questo accada (che mi rispediscano a casa) non sono così
alte perché sono stati loro a scegliermi. Ebbene si, strano ma vero, dopo aver
compilato un dossier di auto descrizione sono stato “reso visibile” alle
famiglie più “adatte” e una di loro mi ha scelto. Pensate dunque quanto sono
stato bravo a mentire o quanto possono essere coraggiosi questi simpatici amici
d’oltreoceano.
FAMIGLIA
La mia famiglia è piuttosto semplice e si compone di Roberto
(il papà) 47 anni e che fa il contadino, Miriam (la mamma) 40 che insegna “Economìa,
administraciòn y Contabilidad” (se qualcuno sapesse tradurlo in italiano dallo
stesso italiano mi aiuterebbe) nell’unica scuola del paesino (azzzz) e infine i
Tomàs e Maximo i due fratellini che hanno rispettivamente 13 e 7 anni. Ah e
dimenticavo un cane. Avete presente quei fighissimi e miticissimi cani da
fattoria? Ecco non quelli, bensì un simpaticissimo Shi-tsu (tranquilli, neanche
io sapevo che fosse, si tratta di un fagottino peloso e abbaiante).
Io sto a Villa Eloisa
Un complesso urbano-megalopoli di 3000 abitanti nelle popolatissime distese di campi argentine. Si quello lì che dopo il terzo pozzo a destra vai avanti 100 km (e 100 è dir poco perché mentre guardavo la cartina e stimavo che la distanza fosse Torino-Milano in realtà erano 1400 km) e chiedi indicazioni alla mucca strabica con le corna storte. Ma rigorosamente in Porteño che se no non capisci un muggito.
Questo mostro metropolitano si trova nel bel centro dell’Argentina, lontano dal mare, lontano dalle montagne, lontano dalle grandi città…
Sperduto nel nulla in un paesino di 3000 abitanti.
Contrariamente a quanto probabilmente penseranno i 10 coraggiosi che hanno continuato a leggere fino a
qui (Nonno e Nonna vi voglio bene) era proprio quello che desideravo, perché immerso in quella che è la tipica vita Argentina e lontano da quelli che sono i classici costumi americani ed europei che più facilmente arrivano nelle grandi città (almeno lo spero), potrò attingere a piene mani a questo nuova ed entusiasmante cultura fatta di sieste, tango e grigliate megagalattiche (che li si chiama Asado).
STRANEZZE
In Argentina come molti sapranno ci troviamo al di sotto dell’equatore e quindi essendo le stagioni invertite
l’anno scolastico va da inizio marzo a fine settembre. Arriverò perciò a metà anno (in inverno) e una volta concluso mi farò pure qualche settimana di vacanza (tiè). Considerando che la mia famiglia è composta da
grandi viaggiatori la cosa mi entusiasma al quanto e spero di poter vedere le cascate Iguazù.
Per minacce, estorsioni e teste di cavallo nel letto scrivete pure alla mia segretaria
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