8/12/2016

La Piccola Bottega degli Orrori - Argentina Calling

SWITCH ON

23 – 07 – 2016 Villa Eloisa, Santa Fe, Argentina

Allaccio la camicia. Entro in macchina. Allaccio la cintura. (Idiota, dobbiamo fare 200 m). In mano ho un tiramisù sorprendentemente appetitoso.  Raggiungiamo la casa dei nostri amici. Ad accoglierci un altro gomitolo latrante  (è una moda o cosa?).

 La porta, manco a pensarci di chiuderla. Saluto i cordialissimi Fernando e Marisa (gli anfitrioni) mentre lei è impegnata a rimestare un pentolone di FONDIÚ, ovvero mescla di formaggi indefiniti fusi. Poi mi imbatto in un nanetto tanto silenzioso quanto carino, Santiago, e sua mamma Carolina. Mi giro e quasi non vado a sbattere con un armadio a 8 ante, Claudio, ovvero il padre di Santi e marito di Carolina che come Roberto lavora nel campo (“No, gli argentini non lavorano, tutte storie” cit Fernando). Bando alle ciancie la cena è in tavola e arrivano vassoi con “Ravioles”, Wurstel e un sacco di altre cose da infilzare e pucciare in questa ciotola di crema formaggiosa. Ciò che non strozza ingrassa, non dico altro.

“Una cosa che si mangia simile è la Bagnacauda, non so se sai cos’è.”

Ok adesso sedetevi e ascoltatevi la storia della tradizione secolare della Bagnacauda Piemontese “Si si, si usa farla anche a Torino...” (anche volendo non avrei saputo spiegarglielo). 
Mi sono limitato (strano ma vero) a parlare poco e mangiare molto. Pieni come uova rotoliamo a casa e basta chiudere gli occhi per zzzzz....

...


“MIGUEL! MIGUEL!”

Ok! OK! Mi alzo! Non c’è bisogno di insistere tanto!  Guardo il telefono. 9:30. Prestino per essere una domenica. Striscio in cucina e Mamma mi fa:
“Ah ciao non sapevamo se svegliarti o no...” 
Devo essermi sognato che mi chiamavano.

[Per chi mi conosce il fatto che io mi svegli presto senza sveglia è sintomo di una morte imminente. Questa esperienza mi sta cambiando nel profondo.]

Ero li mezzo zombie e mezzo anche che sorseggiavo il mio ”””””””””””””””””””””Caffè”””””””””””””””””””
quando sento tremare le pareti, il lampadario oscilla, il cane abbaia (e capirai, quando è che non abbaia quello) e una valanga di ragazzi in tutina da ciclismo si riversa in sala senza neanche bussare. A cercare di contenerli senza troppo impegno ci sono tre omoni che mi salutano cordialmente.

Così ho conosciuto la squadra di ciclismo di Tommy.

E non finisce qui perchè già che c’erano si tirano fuori salami, pagnotte, bibite e tutto il necessario per un bello spuntino pre-allenamento alle 10 della domenica mattina. No, a essere onesti Tommy non doveva allenarsi. Solo che i genitori avevano qualche domandina da fare agli allenatori. Non credo esistano modi migliori per farlo.
E mentre i ragazzi mangiano e chiacchierano mi fanno le solite domande
“Perchè l’Argentina? Fino a quando? Ti piace qui?” ecc ma a un certo punto una bambinetta che a malapena arriva al sellino mi chiede “Come dice ‘chau’ (loro ciao lo scrivono così) in italiano?” e io ero tipo:

“Eeeemmmmh - Mitch inventati qualcosa di intelligente, non deludere le aspettative di questa bambina – si dice Ciao”. Ancora oggi l’espressione delusa di quella bimba è nei miei incubi peggiori.

Quando la banda si è dileguata il Papà accende la TV. Canale “RURAL NEWS”. Al momento c’è un’esposizione rurale nazionale a Palermo. Cosa centra l’Argentina con l’Italia!? Non dice forse il detto “moglie e buoi dei paesi tuoi”. Ebbene data la enorme mole di immigrati italiani in Argentina, tantissimi quartieri, zone o parchi hanno il nome di città o regioni italiane. Questa esposizione è un mega incontro di tutti i più grandi e facoltosi allevatori dell’Argentina che si incontrano per 15 giorni e ci sono concorsi, gare, giochi e chi più ne ha più ne metta di mucche, tori, maiali, asini, galline IA IA OOOOO, QUANTE BESTIE HA ZIO TOBIA! E il resto la sapete.

Mentre guardiamo la sfilata dei tori, mi parla di come l’Argentina si uno dei 5 paesi più avanzati al mondo in tecnologie agricole, di come questo paese sconfinato basi tutto questa forza motrice che sono gli allevatori e gli agricoltori. Qui tutto, dai circoli sportivi agli eventi più grandi è finanziato e sponsorizzato da aziende agricole medie o grandi. E di nuovo vedo quell'orgoglio, quella fierezza di sentirsi un’ingranaggio fondamentale. Una cosa tira l’altra finiamo a solcare la campagna un’altra volta, direzione: il suo campo.
Mi mostra la casetta in cui dorme quando alcuni momenti dell’anno c’è più lavoro. É molto semplice, non c’è neanche il riscaldamento. “Se non avessimo la casa a Villa vivremmo qui - mi dice con un sorriso soddisfatto – d’estate si riempie di Iguana”



Il Pick Up


Cavalli nella nebbia 
(volevo essere poetico, ma mi sa che non mi viene tanto)


Il cancello coi colori nazionali


La casetta del campo vista da dentro.

Tornando mi parla della “Vagancia” (Pigrizia) della gente come la principale piaga di questo paese.  “La gente lascia i campi, lascia la scuola, lascia tutto. Non vogliono lavorare, vivono di sussidi. Per questo io ho 300 ettari di terreno. Qui la terra è ottima, c’è spazio e lavoro per tutti ma poca gente che vuole sporcarsi le mani.”
Non è di certo uno degli sguardi migliori che mi sta dando sui miei futuri compagni di classe...

Con gli occhi sbarrati fisso il soffitto e torno indietro nel tempo a quando in prima elementare ero agitato per il primo giorno di scuola. Come saranno i miei compagni? Riuscirò a fare amici? Dieci anni dopo le stesse preoccupazioni. Chissà se sarà uguale tra 30 anni?

E domani si vedrà.

SWITCH OFF


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