7/28/2016

Programmi Carnosi - Argentina Calling


SWITCH ON


Mucche qui, mucche li, mucconi, mucchini, mucchi di mucche! Grandi, piccole, colorate, bianche, nere, cotte, vive... MUCCHE OVUNQUE!

Ma facciamo un passettino indietro. (Che qui sono almeno 200 km)

22 – 07 – 2016 Villa Eloisa, Santa Fe, Argentina h 19:20 (it 00:20)
Entro in casa e vengo assalito da questo batuffolo bianco e nero dov’è impossibile distinguere capo e coda, con tutti gli inconvenienti conseguenti che non sto a elencare. Mentre esausto prendo attentamente le misure del letto, sento un odore invitante. Tempo di arrivare in salotto e già sopra un vivace fuocherello il padre aveva messo delle sugose braciole a compiere delizioso miracolo. Neanche mi han detto dove sta il bagno che già mangiamo Asado.
 Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino...
Intanto Buona Notte.



23 – 07 – 2016 DIA UNO

Sveglia. Vertiginosa ora delle 10. Cerco con lo sguardo la mia scrivania. ME L’HANNO RUBATA! MA DA QUANDO ABBIA UN CANE! DIO MIO! MADRE DOVE SON.... ah no già. 
Modalità Stelt attivata. Ti svegli per ogni cosa, (diavolo di cane), abbassi la tavoletta, ringrazi per tutto e ti spunta in faccia un sorriso tanto ampio quanto disorientato. Sono pronto per affrontare questo giorno. Apro la porta e sono tutti svegli e attivi. Mi raccomando sorridi e non dare nell’occhio. Se ti muovi lentamente non ti faranno del male.

“MIGUEL!”

“Buon Gior.. cioè no Buenos Dias!”

Ok Mitch, ora concentrati e cerca di capire quel che dice. Ok certo, indica il cibo. Mangia, questo è facile. Commissioni, bene ok. Aspetta cosa devo duplicare? “SCIAVES”?

[Piccola parentesi per chi sa lo spagnolo. In Argentina non si parla Castigliano. Ma Latino. Per intenderci possiamo visualizzare questa situazione con questa equazione

CASTIGLIANO : LATINO = ITALIANO : ROMANACCIO

Accento totalmente diverso, pronuncia ai limiti della comprensione, parole che in spagna non hanno mai neanche sentito. Qui la doppia L (per intenderci quella di Tortilla) la pronunciano con una SH. Per esempio Tortilla diventa Tortiscia, llaves diventa sciaves e così via. Chiusa parentesi andiamo avanti.]

Numerosi fraintendimenti dopo riesco a capire quello che io e Thomas (il fratello maggiore) dobbiamo fare.

1) Si va a duplicare le chiavi.

Mentre si va noto una cosa: l’Argentina ha spazio. La gente se ne sta larga. Tutti hanno la casetta singola con giardino, tipico anche dei paesini italiani solo che qui c’è una piccola differenza: la popolazione Argentina è 42 milioni (MISCIONES) e vivono in un territorio immenso, mentre noi italiani siamo 60 milioni pressati in un territorio che è grosso modo poco più grande che la provincia di Santa Fe (una delle 23).

Arrivati dal ferramenta lasciamo tranquillamente le bici per strada senza legarle. La signora ferramenta in questione, appena entro, mi squadra e, dopo essersi accorta di non avermi mai visto, (cosa strana da queste parti incontrare qualcuno nuovo) mi fa “TU SEI QUELLO ITALIANO!”

Tempo per consegnare le chiavi 5 Secondi

Tempo per convenevoli, baci abbracci e spiegazioni 17 minuti.

Comincio ad amare questo paese e sono solo le 11 di mattina.


2) Poi si va in cartoleria

Chiaramente la scena si ripete un’altra volta (anche con degli altri clienti che entravano man mano). Per la scuola tutto quello che mi occorre è un quaderno a ganci grossi (come quelli da contabili) e dei separatori che compro rigorosamente color AMARISCIO (giallo). Al momento di pagare, chiedo se può fare il mio conto separato da quello di Tommi e la signora Cartoleria, estratti due blocchi, si mette a fare i calcoli a mano su uno trascrivendoli poi sull’altro (la fattura). Svariati fraintendimenti su ciò che fosse e non fosse mio dopo si esce e in un’ora e mezza siamo riusciti a consegnare due chiavi dal ferramenta e comprare due quaderni e qualche penna.

[Nota. Si deve sapere che Villa Eloisa sarà lunga e larga da parte a parte una decina di isolati se va bene quindi è tutto vicino.]

Vuoi non salutare la nonna tornando a casa? (Nonna e Nonno non siate gelosi ma i nonni esistono anche qui... devono averli importati.) Lasciamo le bici e entriamo dal retro dove la porta è stata naturalmente lasciata aperta.

“BUEN DIA MIGUEL! COMO ANDA? MATE?”

Ecco, qui se ti chiedono se vuoi il Mate non te lo stanno chiedendo sul serio, è un residuo di formalità. Se una pronuncia quella parola non la finiscono che tu hai già in mano una tazza di legno con Erba Mate, acqua bollente e zucchero a seconda dei gusti. Uno non può rifiutare, è come dire alla nonna che no, non lo vuoi un quarto giro di parmigiana di melanzane, perchè già ce l’hai nel piatto. Il mate si prende così: ti danno una tazza con dentro questa specie di te, acqua e una cannuccia che al fondo è tappata con tanti forellini per bere senza tirare su le foglioline. Quando finisci lo restituisci, si riempie e si passa a qualcun altro. E si va avanti fino a che uno non dice Grazie. Questa magica parola significa non solo che apprezzi ma anche che non vuoi più.

Meglio ringraziare prima di cominciare a vedere folletti e gatti sui condizionatori... (c’era su serio lo giuro!)

Tazza dopo tazza si fa l’ora di pranzo i nostri eroi si congedano, riprendendo piano piano la via di casa. Arrivato mi metto a smanettare al PC cercando di far funzionare Skype, quando vedo Tommy che con un mestolo pesca una purea bianca da un secchio. “Che è?” gli faccio io.

 GRASSO DI MAIALE FATTO COI LORO MAIALI (il mio Papà ha 400 animali) PER FRIGGERE LE MILANESI! (si perchè qui l’olio per friggere fa malissimo)

Se non ritorno o sono morto d’infarto o sono troppo innamorato di questo paese. In ogni caso non venite a cercarmi.

Ad accompagnare la montagna di fettazze panate abbiamo pomodori e purea. Mi alzo per prendere l’acqua del lavandino quando mi fermano! Quì l’acqua si compra depurata in taniche. Quella del lavandino ha l’arsenico.

Satolli e abbioccati ci riposiamo in attesa di andare alla fattoria di un amico del Papà.

Ma questo ve lo racconto un’altra volta.

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